Sono trenta le tappe
del Cammino che toccano i più bei luoghi delle alpi bellunesi. Con una
particolare preferenza per quelli ancora non del tutto conosciuti o meta
di tradizionali itinerari turistici, invernali ed estivi.
Dal santuario dei Santi
Vittore e Corona alle valli di cultura ladina. Dal Parco Nazionale
Dolomiti Bellunesi ai resti del Castello di Andraz, che ospitò nel
Quattrocento il filosofo Nicola Cusano. Dal lago di Misurina alle
sorgenti del Piave. E ancora il lago di Alleghe, il passo Falzarego, il
Cadore, la suggestione degli scavi di epoca romana di Feltre e il
sacrario di Pian di Salesei a ricordo della prima guerra mondiale. Il
Vajont. Nell’articolazione di un percorso così concepito ciò che emerge e
si vuole mettere a fuoco dunque sono i molteplici aspetti di un
territorio. Il più immediato – quello naturalistico – ma anche quello
storico-religioso e delle tradizioni e della memoria.
Ad esempio, la passeggiata
tra il Falzarego e Fiames, che si sviluppa quasi interamente lungo
sentieri di montagna e che attraversa il Parco Naturale delle Dolomiti
d’Ampezzo verso Cortina, offre incantevoli squarci panoramici e stupendi
paesaggi montani. Allo stesso tempo, il viaggio che lega il santuario
di Maria Immacolata del Nevegal al Duomo di Belluno rivela un grande
fascino artistico-religioso.
Alla bellezza della natura
si unisce dunque la profonda cristianità del territorio. Questi sono
solo alcuni esempi. La ricerca e la scommessa è quella di un turismo
discreto, non eclatante, che prevede un’immersione dell’ospite in uno
degli angoli più belli d’Italia. Non si cerca di promuovere dunque un
centro d’attrazione – né unico, né solo vacanziero – ma un insieme di
aspetti, tutti quegli aspetti che costituiscono un territorio nel suo
complesso.
L’intenzione è quella di
aprirsi nella maniera più completa al visitatore, in modo intelligente e
profondo. Ecco il senso del Cammino delle Dolomiti. Un turismo come
progetto mirato e articolato, secondo una chiave vera, moderna e utile
che non contempla la facile ‘commercializzazione’ dei luoghi.
Ferruccio Sepe
Capo del Dipartimento per gli
Affari Regionali e le Autonomie Locali
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