venerdì 14 ottobre 2016

Valle dell'Uso

Il Torrente Uso nasce dal Monte di Perticara (mt 883), e dopo un corso di circa 40 Km si getta nell'Adriatico nei pressi di Bellaria. A carattere torrentizio, le acque di sorgente scarseggiano, raccoglie principalmente le acque piovane che scendono dalle brulle pendici della sua stretta valle.

Lungo il suo corso a parte Sant'Arcangelo sulla via Emilia e Bellaria alla foce, non troviamo agglomerati urbani importanti, ma principalmente piccoli borghi costituiti da poche abitazioni.
La sua vallata nel tratto a monte della via Emilia è stretta e contorta, così come la strada che lo costeggia.

La vallata si risale partendo da Santarcangelo, e giunti alla piccola frazione "Lo stradone" la strada inizia a serpeggiare e la valle a restringersi.
Si supera Masrola e si giunge poco dopo all'abitato di ponte dell'Uso (18 Km da Savignano), poche anche le case sparse lungo il percorso.
Da questa frazione, prendendo in direzione Montetiffi, inizia la parte "più alta" e selvaggia della valle.
Si procede su strada stretta e "nervosa" che si incunea fra colline caratterizzate da vegetazione scarsa e a basso fusto, il letto del torrente, spesso lontano, è quasi costanemente nascosto dalla vegetazione.
Incontriamo una strettoia con il torrente incassato fra alte pareti rocciose, e subito dopo un ponte siamo a Pietra dell'Uso, già feudo dell'Abbazia di Montetiffi.
Alta su di uno sperone sulla nostra destra, si staglia la chiesa Medioevale della Natività di Maria, quasi posta a guardia della vallata. roseguiamo sulla Provinciale, le pendici della valle sono un continuo rimescolarsi di campi coltivati e erba medica, incolti, calachi e piccoli boschetti, intervallati da calanchi e formazioni rocciose.
Pochi chilometri e si erge alto l'abitato di Montetiffi, che dai suoi 400 metri di altezza sembra essere l'ultima sentinella di un passato ormai fuggito.
Superato il colle di Montetiffi, dopo pochi chilometri la nostra strada abbandona il corso dell'Uso per portarsi verso il paese di Perticara, lasciando il corso del piccolo fiume che prosegue deciso verso la sua sorgente posta nel cuore del massicco monte di Perticara, detto anche monte Aquilone. Il Torrente Rubicone (Urgon) il fiume dalle acque rossastre, nasce dal colle di Strigara , e dopo un corso di circa 44 Km si getta nell'Adriatico fra Savignano e Gatteo.
Tanto piccolo è il fiume, quanto grande è la sua fama.
Nell'antichità il suo corso delimitava il confine fra le popolazioni Italiche del centro da quelle galliche della Padania. Nel 49 a.c. Cesare al comando delle sue truppe galliche varcando questo confine "alea iacta est" , prese la decisione di marciare verso Roma.
Ma è veramente questo il famoso Rubicone? nell'antichità questa zona era ricca di paludi e i fiumi che vi confluivano cambiavano spesso il loro corso.
Solo con la centuriazione Romana la zona fu bonificata, ma anche questa nel corso dei secoli ha subito alluvioni e dissesti idrogeologici con conseguente variazione del corso dei fiumi.
La vallata del Rubicone si risale partendo da Savignano.
Percorriamo un'ampia valle, dai fianchi aperti e coltivati, con ordinati impianti a frutteto.
Transitando sulla provinciale che segue il fondovalle, incontriamo ben presto sui colli circostanti gli antichi nuclei di Roncofreddo (sponda sinistra) e Borghi (sponda destra) e, quasi in cima alla valle, anch'esso abbarbicato sul suo colle, l'ultimo abitato della piccola valle Sogliano al Rubicone.

Percorrendo la strada che da Sogliano conduce a Roncofreddo possiamo trovare sulla sinistra diverse deviazioni che transitando per piccole e tortuose stradine collinari, ci portano al colle di Strigara e alla sorgente del Rubicone, l'antico Urgon che tanto deve alla Storia.

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