sabato 12 novembre 2016

MATELICA - I VINI -

Vino
Il vino è uno dei prodotti tipici di Matelica, a partire dal famoso Verdicchio, vitigno che, in tutto il mondo, cresce solamente nella valle dell'Esino.
Verdicchio di Matelica
È stato riconosciuto vino a DOC il 21 luglio 1967, per primo nelle Marche. La disposizione Nord-Sud della valle, la sinclinale camerte, impedisce l'arrivo degli influssi mitiganti marini generando un microclima mediterraneo-continentale caratterizzato da maggiori escursioni termiche dalla notte al giorno e dall'estate all'inverno. L'effetto di questo clima dà origine ad un'uva ricca di estratti, aromi primari, zuccheri e polifenoli, che si traduce poi in un vino dotato di un elevato corpo che conferisce una particolare attitudine all'invecchiamento. Il Verdicchio si presenta dal colore brillante, paglierino tenue, il profumo delicato con fragranze fresche e persistenti di frutta non completamente matura. Al sapore è asciutto, morbido, armonico, con retrogusto gradevolmente amarognolo. È presente anche in versione riserva, passito e spumante. Diverse volte si è classificato tra i primi bianchi d'Italia e d'Europa, negli appositi concorsi.
Esino bianco e rosso
Queste due DOC sono riconosciute in tutta la provincia di Ancona e nei territori del Verdicchio di Matelica. L'Esino bianco è composto da uve Verdicchio almeno al 50%, mentre il rosso da uve Sangiovese e Montepulciano almeno al 60%.
Colli Maceratesi bianco e rosso
Questa DOC è prodotta in tutta la zona collinare della provincia di Macerata. Il bianco è prodotto all'80% da uve maceratino, mentre il rosso con almeno il 50% di Sangiovese. Sono entrambi vini giovani e leggeri.
Esino
L’Esino Doc è nato da una costola di prestigiosi vini, quali i due verdicchi, i rossi Conero e Piceno, ed è entrato in produzione nel 1995. Quindi una denominazione d'origine controllata che è aggiunta a quelle tradizionali e che però si inserisce nel solco di tradizioni consolidate. Il legame storico tra la vite ed il territorio delimitato come Marca Anconetana inizia con l’arrivo dei monaci benedettini cui fanno seguito i camaldolesi che reintroducono e diffondono la vite ormai da secoli tradizionale. Sempre ai monaci sono da ricondursi le tecniche viticolo – enologiche, il migliormanto del prodotto e la sua conservazione. 
Questa Doc comprende quattro tipologie di vini: Esino Bianco, Esino Bianco Frizzante, Esino Rosso ed Esino Novello. Tutta la provincia di Ancona ed i territori della provincia di Macerata, delimitati dai disciplinari di produzione del Verdicchio di Matelica e del Verdicchio dei Castelli di Jesi, possono concorrere alla produzione della DOC Esino.
Vitigno
Bianco e Frizzante: min. 50% Verdicchio, possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, max. 50%; Rosso e Novello: min. 60% Sangiovese e/o Montepulciano, possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, max. 40%.
Tipologie
Esino Bianco
Esino Frizzante
Esino Rosso
Esino Novello
Calice e servizio
Per l'Esino Bianco il calice sarà semiovoidale, allungato verso il bordo a stelo slanciato e andrà servito ad una temperatura tra i 9 e i 12 °C. Per l'Esino Rosso è adatto un calice sferico e rastremato verso l'alto. Va servito ad una temperatura dai 16 ai 20 gradi.
Abbinamento con i cibi
La proposta di abbinamento tiene conto della struttura, dello stato evolutivo del vino e della tipologia dello stesso. Può essere considerato un vino a tutto pasto, nel senso che essendo sia bianco che rosso, oltre che frizzante e novello, la gamma degli abbinamenti è completa. I Bianchi si offrono a gustosi abbinamenti con il pesce, con carni bianche. Possono essere anche usati freschi come aperitivi.
Verdicchio di Matelica Riserva
Il Verdicchio di Matelica Riserva Bianco Docg è un vino bianco prodotto nelle Marche dove il Verdicchio ha trovato maggiormente un clima ideale per la sua maturazione. Il Verdicchio di Matelica è prodotto nella valle dell'Esino, più precisamente, in provincia di Ancona, in parte del territorio dei comuni di Cerreto d'Esi e Fabriano, in provincia di Macerata, in parte del territorio dei comuni di Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Matelica e Pioraco. A differenza del Verdicchio dei Castelli di Jesi in questo caso la tradizione contadina non  ha potuto essere d'aiuto per ottenere un prodotto caratteristico: il vino che veniva prodotto e imbottigliato nella zona di Matelica precedentemente alla DOC era volto solo a vuotare le cantine con le inevitabili conseguenze sulla qualità. Oggi invece anche grazie al lavoro di enologi e produttori motivati ed esperti si è riusciti a ottenere un vino importante con delle caratteristiche distintive della terra di Matelica, uscendo quindi dall'ombra del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Nel 2009 arriva infine la D.O.C.G. per il Verdicchio di Matelica Riserva. 

Questo verdicchio ha anch'esso una lunga tradizione e documenti d'epoca rivelano che è sempre stato molto apprezzato. Lo sposalizio d'elezione di questo vino è con i piatti di pesce della cucina marchigiana.
Vitigno
Verdicchio, presente in ambito aziendale, per un minimo dell’85%. Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente per un massimo del 15%.
Tipologie
Verdicchio di Matelica Riserva
Calice e servizio
Per apprezzarne a pieno struttura e morbidezza va Servito alla temperatura di 8-10 °C in calici di medie dimensioni.
Abbinamento con i cibi
Può essere utilizzato come aperitivo o abbinato a piatti di pesce o a primi piatti con condimenti vegetali o di mare. Si accompagna spesso a zuppe di pesce e a pesci al cartoccio o al forno; è ottimo anche con le carni bianche.

Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
Il Verdicchio è un vitigno considerato autoctono delle Marche: le prime testimonianze della sua coltivazione risalgono al XVI secolo. Recentemente, l'analisi genetica ha evidenziato una parentela molto stretta tra il Verdicchio e il Trebbiano di Soave: si è dunque ipotizzato che il verdicchio sia stato introdotto nelle Marche da coloni veneti, giunti alla fine del Quattrocento per ripopolare le campagne dopo un'epidemia di peste. Cupramontana è considerata la capitale del Verdicchio. Il grappolo è di media grandezza, abbastanza compatto, di colore giallo-verde con buccia consistente, pruinosa e sottile (anche se alcuni cloni hanno la buccia più spessa). È poco resistente alle crittogame (vedi oidio e botrite) e la produzione è vigorosa e costante con maturazione medio tardiva. 

La zona di produzione, poco distante dal mare, è composta da colline che arrivano a  500 metri di altezza, da fiumi quali l’Esino, il Musone ed il Misa che scorrono nelle valli ed è impreziosito da cittadelle fortificate. La collocazione ideale della vite è sulle assolate colline, rinfrescate dalla costante ventilazione che arriva dall’Adriatico e che impedisce il formarsi di umidità sui grappoli e sono formate da terreni argillosi e calcarei ricchi di limo e sabbia con banchi di salnitro.

ll Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, che ha ottenuto il riconoscimento DOCG nel 2011,  viene prodotto, nella provincia di Ancona, nei comuni di Arcevia, Barbara, Belvedere Ostrense, Castelbellino, Castelplanio, Corinaldo, Cupramontana, Maiolati Spontini, Mergo, Montecarotto, Monte Roberto, Morro d'Alba, Ostra, Poggio San Marcello, Rosora, San Marcello, San Paolo di Jesi, Senigallia, Serra de' Conti, Serra San Quirico e Staffolo, in provincia di Macerata, nei comuni di Apiro, Cingoli e Poggio San Vicino.
Vitigno
Anche classico: min. 85% verdicchio, possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente per un massimo del 15%.
Tipologie
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
Calice e servizio
Il calice a forma semiovoidale allungato verso il bordo, sottilissimo, incolore, a stelo slanciato, consente di esprimere al meglio profumi (di frutta e fiori) del vino, presenti in gioventù. Va servito ad una temperatura di 10-12 °C. Se degustato come aperitivo, la temperatura ottimale è di 8-10 °C.
Abbinamento con i cibi
Si abbina alla cucina marinara: antipasti di pesce anche crudo, paste/risotti/zuppe di pesce, grigliate miste di pesce, pesce arrosto in particolare pescatrice, rombo, spigola. Accompagna anche le carni bianche, in particolare il coniglio.
Colli Maceratesi
Nella zona tra lo Jesino e il Fermano (una zona che comprende tutti i Colli Maceratesi) i vigneti sono notevolmente compositi; tanto è vero che esistono molti tipi di vini elogiati dagli esperti. Il Colli Maceratesi Doc è il risultato di un lungo ed ininterrotto processo di trasformazione e trasmigrazione. Il territorio, terminata la presenza dell’Impero Romano, verrà assegnato alla Chiesa che dà inizio al 7 Potere Temporale del Papato. La sua influenza viene rafforzata dall’insediamento nel territorio di potenti Ordini monastici nelle numerose Abbazie tuttora presenti ed alcune ancora operanti nella sfera religiosa. In questa nuova dimensione della vita associata si deve ai monaci abbaziali la rinascita dell’attività agricola che introduce la conduzione economica della terra compresa la gestione delle vigne e la trasformazione vinicola. Nel periodo rinascimentale la vite riprende un suo ruolo nell’economia rurale e nella società. Lo sviluppo del rapporto mezzadrile vede nell’area maceratese la sua massima espressione e lega il capitale ed il lavoro allo sviluppo rurale del territorio. I mezzadri, i coltivatori diretti, per soddisfare l’autosufficienza alimentare, hanno piantato vigneti per avere il “vino di casa” ovunque e le viti sono state allevate nelle forme atte a produrre quantità, trascurando la qualità. Sorge così quella viticoltura promiscua di piano e di collina, oggi sostituita dalla coltura specializzata. La scomparsa della mezzadria reca con sé anche la modifica delle sistemazioni arboree non più compatibili con la moderna agricoltura e, pertanto, superate. Fino all’inizio del ‘900 la gamma dei vitigni allevati era estesa e disparata ma con il rinnovo degli impianti viene effettuata una selezione verso le varietà piene di tradizione e di qualità. In questo quadro i produttori sono stati indotti a passare ad un vino da monovitigno per cui prende interesse nel territorio il vitigno Maceratino cui fa seguito la richiesta della denominazione così che le strutture di trasformazione vinicola nel territorio si espandono venendo meno quella forma di vinificazione “casalinga” conseguente alla ripartizione del prodotto al 50% tra proprietà e mezzadro. Il comprensorio collinare maceratese, al di sotto di 450 metri di altitudine, esclusi fondovalle e zone di pianura, ospita sulle zone più vocate, al riparo dai venti del sud e dai ritorni di gelo primaverili del nord, gli impianti viticoli del vino Colli Maceratesi. La zona di produzione comprende, in provincia di Ancona, i terreni vocati alla qualità che ricadono nel comune di Loreto, in provincia di Macerata, i terreni vocati alla qualità che ricadono nell'intero territorio della provincia di Macerata. Il Colli Maceratesi viene prodotto nelle tipologie Bianco (anche Passito e Spumante), Ribona (anche Passito e Spumante), Rosso (anche nelle tipologie Novello e Riserva), Sangiovese.
Vitigno
Bianco, Spumante, Passito: min. 70% Maceratino (Ribona o Montecchiese), max. 30% Incrocio Bruni 54, Pecorino, Trebbiano toscano, Verdicchio, Chardonnay, Sauvignon, Malvasia bianca lunga, Grechetto per la sola provincia di Macerata, da soli o congiuntamente, possono concorrere altri vitigni, non aromatici, a bacca bianca idonei alla coltivazione nella regione Marche max. 15%; con menzione del vitigno bianco (anche Spumante, Passito): Ribona min. 85%, possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella Regione Marche max. 15%; Rosso, Riserva, Novello: Sangiovese minimo 50%, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Ciliegiolo, Lacrima, Merlot, Montepulciano, Vernaccia nera, congiuntamente o disgiuntamente, max. 50%; possono concorre altri vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Marche max. 15%;  con menzione del vitigno rosso: Sangiovese min. 85%, possono concorre altri vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, max. 15%.
Tipologie
Colli Maceratesi Bianco
Colli Maceratesi Bianco Passito
Colli Maceratesi Bianco Spumante
Colli Maceratesi Ribona
Colli Maceratesi Ripona Passito
Colli Maceratesi Ribona Spumante
Colli Maceratesi Rosso
Colli Maceratesi Rosso Novello
Colli Maceratesi Rosso Riserva
Colli Maceratesi Sangiovese

Calice e servizio
8-10 °C per il bianco, 15-16 °C per il rosso, in calici sottili da degustazione.
Abbinamento con i cibi

Il Colli Maceratesi bianco si propone per esaltare il gusto di molluschi bivalvi crudi a tendenza dolce e poco grassi, di riso e minestre con salse bianche ricavate da molluschi, crostacei, pesci, vegetali ed altre componenti delicate. Si accosta anche a carni bianche di animali di bassa corte in elaborazioni culinarie e cotture leggere. Vino caldo, ma non eccessivamente impegnativo, il colli Maceratesi rosso si presta a svariati abbinamenti, dai salumi alla pizza con formaggio, dai vincisgrassi ai piatti a base di carne bianche, come il coniglio in porchetta o il pollo in casseruola.

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