sabato 19 aprile 2014

Il cibo di strada : Mic-Sar testimonial de l'Italia del gusto

 

L'Associazione l'Altratavola è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di nuove conoscenze, nel percorso del gusto del progetto 'Comunicare per Esistere, La Passione dei territori'.

Il cammino, fatto di curiosità e di autentica 'voglia', ha fatto incontrare il mondo del cibo di strada, degli artigiani del gusto che si muovono da paese a paese, soprattutto in occasione di feste, manifestazioni, cerimonie.
Il cibo da strada, secondo la definizione della FAO, è costituito da quegli alimenti, incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono venduti (e spesso anche preparati) soprattutto in strada o in altri luoghi pubblici (come mercatini o fiere), anche da commercianti ambulanti, spesso su un banchetto provvisorio, ma anche da furgoni o carri ambulanti.
“Il consumo di cibo per strada- osservano Diego e Catia,artigiani del gusto della Mic-Sar -, consente, in genere, di mangiare in maniera più informale, più rapida, e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante o in altro luogo deputato allo scopo; per tale motivo, questa forma di alimentazione viene spesso preferita rispetto a modalità più formali di consumo, tanto da fargli occupare un posto importante nell'alimentazione umana (n.d.r. stime della FAO indicano in ben 2,5 miliardi di persone al giorno il numero di coloro i quali si alimentano in questo modo”.)

Catia e Diego offrono ai clienti la porchetta trevigiana con pane casereccio : è questo senza dubbio il loro punto di forza.
Ma, a seconda del volgere del calendario, sanno anche offrire dolci, cioccolato, insomma tutto un mondo di delizie accuratamente selezionate e proposte.
In fondo il cibo di strada diventa un rito. Un momento di socializzazione, dove volano i commenti , le battute, le osservazioni e le informazioni.
Diego è divenuto un testimonial-assaggiatore, spesso invitato dalla trasmissione l'Italia del Gusto a commentare le eccellenze dei diversi territori ospiti.


Diego e Katia ci accompagneranno nel viaggio lungo tutto lo stivale, emozionante e coinvolgente, alle radici della cucina italiana più verace, semplice e generosa, fatta di pochi ingredienti poveri, quella che ha nutrito il popolo per secoli. “Le bevande e le pietanze dello “street food all’italiana” testimoniano una grande storia, ricca di umanità e creatività: ve la raccontiamo attraverso i tanti protagonisti che abbiamo incontrato. Non certo “cuochi d’artificio” che vogliono stupire con effetti speciali, ma “food maker” che difendono con caparbietà e orgoglio i loro cibi di strada. Donne e uomini che ogni giorno aprono le loro botteghe e i loro chioschi, ove con immutata passione impastano, infornano, friggono, bollono, arrostiscono, regalandoti un sorriso o un moto d’arguzia.
Oggi è di gran moda parlare di cibo di strada senza però indagarne le origini e rivalutare le tradizioni locali che l’hanno originato. “ ( “Street food all’italiana – Il cibo di strada da leccarsi le dita” di Clara e Gigi Padovani, edito da Giunti )
 
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L'Associazione l'Altratavola è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di nuove conoscenze, nel percorso del gusto del progetto 'Comunicare per Esistere, La Passione dei territori'.

Il cammino, fatto di curiosità e di autentica 'voglia', ha fatto incontrare il mondo del cibo di strada, degli artigiani del gusto che si muovono da paese a paese, soprattutto in occasione di feste, manifestazioni, cerimonie.
Il cibo da strada, secondo la definizione della FAO, è costituito da quegli alimenti, incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono venduti (e spesso anche preparati) soprattutto in strada o in altri luoghi pubblici (come mercatini o fiere), anche da commercianti ambulanti, spesso su un banchetto provvisorio, ma anche da furgoni o carri ambulanti.
“Il consumo di cibo per strada- osservano Diego e Catia,artigiani del gusto della Mic-Sar -, consente, in genere, di mangiare in maniera più informale, più rapida, e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante o in altro luogo deputato allo scopo; per tale motivo, questa forma di alimentazione viene spesso preferita rispetto a modalità più formali di consumo, tanto da fargli occupare un posto importante nell'alimentazione umana (n.d.r. stime della FAO indicano in ben 2,5 miliardi di persone al giorno il numero di coloro i quali si alimentano in questo modo”.)

Catia e Diego offrono ai clienti la porchetta trevigiana con pane casereccio : è questo senza dubbio il loro punto di forza.
Ma, a seconda del volgere del calendario, sanno anche offrire dolci, cioccolato, insomma tutto un mondo di delizie accuratamente selezionate e proposte.
In fondo il cibo di strada diventa un rito. Un momento di socializzazione, dove volano i commenti , le battute, le osservazioni e le informazioni.
Diego è divenuto un testimonial-assaggiatore, spesso invitato dalla trasmissione l'Italia del Gusto a commentare le eccellenze dei diversi territori ospiti.


Diego e Katia ci accompagneranno nel viaggio lungo tutto lo stivale, emozionante e coinvolgente, alle radici della cucina italiana più verace, semplice e generosa, fatta di pochi ingredienti poveri, quella che ha nutrito il popolo per secoli. “Le bevande e le pietanze dello “street food all’italiana” testimoniano una grande storia, ricca di umanità e creatività: ve la raccontiamo attraverso i tanti protagonisti che abbiamo incontrato. Non certo “cuochi d’artificio” che vogliono stupire con effetti speciali, ma “food maker” che difendono con caparbietà e orgoglio i loro cibi di strada. Donne e uomini che ogni giorno aprono le loro botteghe e i loro chioschi, ove con immutata passione impastano, infornano, friggono, bollono, arrostiscono, regalandoti un sorriso o un moto d’arguzia.
Oggi è di gran moda parlare di cibo di strada senza però indagarne le origini e rivalutare le tradizioni locali che l’hanno originato. “ ( “Street food all’italiana – Il cibo di strada da leccarsi le dita” di Clara e Gigi Padovani, edito da Giunti )
 

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