La legge di tutela della minoranza slovena in Italia (l. 38/01, promulgata durante la XIII legislatura della Repubblica Italiana) ha incluso fra le zone di tutela anche la Slavia friulana. Nel corso del lungo iter parlamentare, varie componenti locali e politiche si opposero all'estensione della legge in provincia di Udine, sostenendo che gli idiomi locali non appartengono all'area linguistica slovena. L'associazione Italiana degli Slavisti, in un documento del 1989, afferma che la distanza dei dialetti sloveni in uso nelle località della provincia di Udine non è dovuta a una presunta e scientificamente inesatta estraneità di questi dialetti alla lingua slovena, bensì a fattori storici e amministrativi che hanno determinato la situazione linguistica attuale.
Pur tuttavia, coloro i quali hanno preso le distanze dalla legge di tutela, in quanto non giudicano essere un dialetto sloveno la lingua parlata storicamente nei territori del loro comprensorio (detta natisoniano o nediško), sostengono che la loro originaria antica lingua slava non deriva dallo sloveno essendo precedente di oltre quattro secoli[4].
Il famoso glottologo polacco Jan Baudouin de Courtenay ipotizzò che gli slavi del Natisone potessero addirittura avere delle componenti o un sostrato originari della cosiddetta area čakava, ossia serbo-croata, e che solo con l'evoluzione storica sono andati scemando; egli non escludeva che la provenienza potesse essere carantana. Si rimane tuttavia nel campo delle ipotesi, non essendoci testi antichi nelle lingue slave, andatesi differenziando nell'alto medioevo. Comunque, uno slavista di fama nazionale e nativo proprio di Vernasso, Bruno Guyon, propose nella prima metà del XX secolo una suddivisione linguistica nelle vallate del Natisone e dell'Alberone, da una parte, e in quelle dell'Erbezzo e del Cosizza, dall'altra. Egli inoltre analizzò il sistema vocalico e consonantico delle due varianti locali, ravvisando un sostrato serbo antico nella variante della convalle del Cosizza e dell'Erbezzo.
Per accennare alla rimanente zona slavofona del Friuli, la peculiarità dell'idioma resiano indica una evidente autonomia linguistica, frutto di un particolare percorso storico e del successivo isolamento della vallata.
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