Scendendo nel profondo ventre delle Valli del Natisone, si giunge a scoprire l’intreccio di arte, storia e cultura del territorio.
La leggenda della regina Vida, che per salvare le popolazioni delle Valli dalla furia di Attila le fece nascondere all’interno della Grotta di San Giovanni d’Antro, sottolinea il ruolo fondamentale che fin dall’antichità ebbe questa località come avamposto difensivo. Sicuramente faceva parte delle fortificazioni che Augusto diede ai confini dell’Impero intorno al 7 d.C e continuò poi a svolgere una funzione di sentinella -come dimostrano i resti del castello di Ahrensperg a Biacis- anche all’interno della Gastaldia d’Antro, un’unità amministrativa che originariamente dipendeva dal re longobardo e successivamente dal patriarca di Aquileia e dal doge di Venezia.
Cambiavano i governi ma le autonomie locali rimanevano sostanzialmente intoccate, come testimonia la lastra di Biacis, attorno alla quale si riunivano i decani e i giudici della Banca d’Antro. Per comprendere il concentrato di storia che il territorio conserva bisogna però entrare nel complesso della Grotta di San Giovanni d’Antro, luogo di culto almeno dal IX secolo d.C, come testimoniato dal documento di concessione del re longobardo Berengario. La straordinaria chiesetta votiva del XIII-XIV secolo acquistò la sua attuale identità successivamente, con la ristrutturazione in chiave gotica da parte di Andrej von Lach, esponente della scuola slovena di Škofjia Loka.
Per info e contatti: www.grottadantro.it
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