Museo Glauco Lombardi dedicato a Maria Luigia (Parma)
il Museo, intitolato a Glauco
Lombardi, è il risultato della sua fatica di risarcire in parte quanto della
suppellettile che arredava le residenze ducali veniva portato via da Parma tra
il 1862 e il 1868. Fondato a Colorno nel 1915, nel 1961 è stato trasportato a
Parma e allestito negli ambienti, decorati dal Petitot, del Palazzo della
Riserva. I cimeli, preziose testimonianze di vita, di costume e di arte del
Ducato parmense dal 1748 al 1859, sono stati raccolti nel Museo Napoleonico e
nelle sale Dorata e Maria Luigia.
Del materiale esposto si
ricorda in particolare il manto ducale di Maria Luigia, ornato con ricami in
platino; le lettere del Re di Roma e di Napoleone alla Duchessa; la sua mano in
marmo, calco di Antonio Canova; i suoi album e diari, acquerelli, gioielli e
lettere; un frammento di mantello imperiale donato dalla Duchessa per sovvenire
ai bisogni dei parmigiani colpiti dal colera, ecc.
Nella omonima sala si trova il
museo Toschi, documentata raccolta dell'opera dell'artista parmigiano, che
dette vita, nel primo cinquantennio del secolo scorso, a una scuola
d'incisione.
Il Museo ospita inoltre una
raccolta d'acquerelli, incisioni e dipinti dell'800, pitture francesi del
'700" nella stanza dei Francesi, la raccolta Petitot e l'archivio.
Il Museo nasce dalla
ricchissima collezione privata di Glauco Lombardi, che costantemente viene
implementata con nuove acquisizioni relative ai tanti temi proposti, fra cui
spiccano due protagonisti: Napoleone Bonaparte e Maria Luigia d’Asburgo, la
principessa d’Austria divenuta sua moglie nel 1810 e poi nominata duchessa di
Parma e Piacenza, dove regnò per oltre trent’anni lasciando un’indelebile
traccia nel territorio e nella memoria dei parmigiani.
Le sale del Museo, ospitato
nello storico Palazzo di Riserva, offrono un viaggio a ritroso fino all’epoca
dell’Impero francese, di cui rimangono ampie testimonianze: dai ritratti
ufficiali dei pittori di corte (Lefèvre, Prud’hon, Gérard) ai pregiati vetri e
porcellane, dalle spade brandite da Napoleone alle delicate lettere spedite
dall’imperatore alla giovane sposa, fino alla corbeille de mariage, il
raffinato mobile che conteneva parte del corredo di Maria Luigia, della quale
rimane un fastoso abito di gala intessuto d’argento.
Il percorso museale segue poi
la storia dell’ex imperatrice che, ritrovandosi a capo di un piccolo stato che
ella stessa definì “un vero giardino”, volle dedicarsi a migliorarlo attraverso
monumenti ed opere pubbliche, molti dei quali tuttora esistenti, ricordati nel
Museo da dipinti e medaglie oltre che dai lavori degli artisti usciti dalla
prestigiosa Accademia, fra cui spicca Paolo Toschi, riconosciuto già vivente
come il miglior incisore d’Europa.
È però la vita privata della
sovrana l’aspetto che più coinvolge il visitatore: gli oggetti esposti
provengono in gran parte dai suoi discendenti diretti, quella famiglia
Sanvitale che per secoli fu tra le più illustri del Ducato. Al conte Luigi andò
infatti sposa Albertina, figlia della Duchessa e del generale Neipperg,
l’affascinante diplomatico austriaco che riuscì a farle dimenticare Napoleone.
Di Maria Luigia si possono così conoscere passioni e preferenze: diari,
gioielli, ricami e acquerelli da lei eseguiti, ma anche la sua farmacia da
viaggio e la cassetta da pesca, sono solo alcuni dei tasselli che aiutano a
ricomporre la sfaccettata personalità di una figura storica che si trovò al
centro dei principali accadimenti della sua epoca, eventi che si possono
seguire, punto di vista privilegiato e intenso, attraverso gli occhi di una
duchessa.
Alla storia di Parma fanno più
in generale riferimento in oltre altre testimonianze pittoriche e curiosità che
spaziano dal Settecento al secondo Ottocento, quando alla morte di Maria Luigia
il Ducato affrontò il declino che in pochi anni lo portò all’annessione al
Piemonte, passando attraverso l’epoca dei Borbone, che per primi guardarono
alla Francia come punto di riferimento chiamando a Parma illustri artisti
d’Oltralpe come l’architetto Petitot.
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