L'Associazione
l'Altratavola è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di nuove
conoscenze, nel percorso del gusto del progetto 'Comunicare per
Esistere, La Passione dei territori'.
Il cammino, fatto di
curiosità e di autentica 'voglia', ha fatto incontrare il mondo del
cibo di strada, degli artigiani del gusto che si muovono da paese a
paese, soprattutto in occasione di feste, manifestazioni, cerimonie.
Il cibo da strada,
secondo la definizione della FAO, è costituito da quegli alimenti,
incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono venduti (e
spesso anche preparati) soprattutto in strada o in altri luoghi
pubblici (come mercatini o fiere), anche da commercianti ambulanti,
spesso su un banchetto provvisorio, ma anche da furgoni o carri
ambulanti.
“Il consumo di cibo
per strada- osservano Diego e Catia,artigiani del gusto della Mic-Sar
-, consente, in genere, di mangiare in maniera più informale, più
rapida, e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante o
in altro luogo deputato allo scopo; per tale motivo, questa forma di
alimentazione viene spesso preferita rispetto a modalità più
formali di consumo, tanto da fargli occupare un posto importante
nell'alimentazione umana (n.d.r. stime della FAO indicano in ben
2,5 miliardi di persone al giorno il numero di coloro i quali si
alimentano in questo modo”.)
Catia e Diego offrono
ai clienti la porchetta trevigiana con pane casereccio : è questo
senza dubbio il loro punto di forza.
Ma, a seconda del
volgere del calendario, sanno anche offrire dolci, cioccolato,
insomma tutto un mondo di delizie accuratamente selezionate e
proposte.
In fondo il cibo di
strada diventa un rito. Un momento di socializzazione, dove volano i
commenti , le battute, le osservazioni e le informazioni.
Diego è divenuto un
testimonial-assaggiatore, spesso invitato dalla trasmissione l'Italia
del Gusto a commentare le eccellenze dei diversi territori ospiti.
Diego e Katia ci
accompagneranno nel viaggio lungo tutto lo stivale, emozionante e
coinvolgente, alle radici della cucina italiana più verace, semplice
e generosa, fatta di pochi ingredienti poveri, quella che ha nutrito
il popolo per secoli. “Le bevande e le pietanze dello “street
food all’italiana” testimoniano una grande storia, ricca di
umanità e creatività: ve la raccontiamo attraverso i tanti
protagonisti che abbiamo incontrato. Non certo “cuochi d’artificio”
che vogliono stupire con effetti speciali, ma “food maker” che
difendono con caparbietà e orgoglio i loro cibi di strada. Donne e
uomini che ogni giorno aprono le loro botteghe e i loro chioschi, ove
con immutata passione impastano, infornano, friggono, bollono,
arrostiscono, regalandoti un sorriso o un moto d’arguzia.
Oggi è di gran moda
parlare di cibo di strada senza però indagarne le origini e
rivalutare le tradizioni locali che l’hanno originato. “ ( “Street food all’italiana – Il cibo di strada da leccarsi le dita” di Clara e Gigi Padovani, edito da Giunti )
L'Associazione
l'Altratavola è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di nuove
conoscenze, nel percorso del gusto del progetto 'Comunicare per
Esistere, La Passione dei territori'.
Il cammino, fatto di
curiosità e di autentica 'voglia', ha fatto incontrare il mondo del
cibo di strada, degli artigiani del gusto che si muovono da paese a
paese, soprattutto in occasione di feste, manifestazioni, cerimonie.
Il cibo da strada,
secondo la definizione della FAO, è costituito da quegli alimenti,
incluse le bevande, già pronti per il consumo, che sono venduti (e
spesso anche preparati) soprattutto in strada o in altri luoghi
pubblici (come mercatini o fiere), anche da commercianti ambulanti,
spesso su un banchetto provvisorio, ma anche da furgoni o carri
ambulanti.
“Il consumo di cibo
per strada- osservano Diego e Catia,artigiani del gusto della Mic-Sar
-, consente, in genere, di mangiare in maniera più informale, più
rapida, e meno costosa rispetto al consumo di cibo in un ristorante o
in altro luogo deputato allo scopo; per tale motivo, questa forma di
alimentazione viene spesso preferita rispetto a modalità più
formali di consumo, tanto da fargli occupare un posto importante
nell'alimentazione umana (n.d.r. stime della FAO indicano in ben
2,5 miliardi di persone al giorno il numero di coloro i quali si
alimentano in questo modo”.)
Catia e Diego offrono
ai clienti la porchetta trevigiana con pane casereccio : è questo
senza dubbio il loro punto di forza.
Ma, a seconda del
volgere del calendario, sanno anche offrire dolci, cioccolato,
insomma tutto un mondo di delizie accuratamente selezionate e
proposte.
In fondo il cibo di
strada diventa un rito. Un momento di socializzazione, dove volano i
commenti , le battute, le osservazioni e le informazioni.
Diego è divenuto un
testimonial-assaggiatore, spesso invitato dalla trasmissione l'Italia
del Gusto a commentare le eccellenze dei diversi territori ospiti.
Diego e Katia ci
accompagneranno nel viaggio lungo tutto lo stivale, emozionante e
coinvolgente, alle radici della cucina italiana più verace, semplice
e generosa, fatta di pochi ingredienti poveri, quella che ha nutrito
il popolo per secoli. “Le bevande e le pietanze dello “street
food all’italiana” testimoniano una grande storia, ricca di
umanità e creatività: ve la raccontiamo attraverso i tanti
protagonisti che abbiamo incontrato. Non certo “cuochi d’artificio”
che vogliono stupire con effetti speciali, ma “food maker” che
difendono con caparbietà e orgoglio i loro cibi di strada. Donne e
uomini che ogni giorno aprono le loro botteghe e i loro chioschi, ove
con immutata passione impastano, infornano, friggono, bollono,
arrostiscono, regalandoti un sorriso o un moto d’arguzia.
Oggi è di gran moda
parlare di cibo di strada senza però indagarne le origini e
rivalutare le tradizioni locali che l’hanno originato. “ ( “Street food all’italiana – Il cibo di strada da leccarsi le dita” di Clara e Gigi Padovani, edito da Giunti )
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